IL VOLERE

Il “Dovere” è il volere della mente condizionata dall’infanzia da tutto ciò che si percepiva necessario affinché il mondo esterno ci accogliesse e accettasse. Era indispensabile per la sopravvivenza.  Così facendo però si sono soffocate le emozioni o modificate e rese funzionali alla personalità che si voleva “mostrare”.

La personalità altro non è che una maschera indossata per assumere un ruolo nella società razionale che spesso richiede valori come vincente, elevato, successo, veloce, pronto, sveglio, ecc. insomma poco spazio lascia al ….sentire

Sentire un piacere non mentale, un “Piacere” che è volere dell’Anima lento, graduale, con i suoi tempi, senza fine se non “lo stare”, semplicemente.

Un piacere che include la natura umana, ne rispetta i limiti, esalta le emozioni a mostrarsi come fiumi naturali di energia che esprimono chi siamo nella nudità più profonda, quella dell’Anima.

Dunque spesso si vive un conflitto tra la pulsione dell’Anima e quella dell’Intelletto, ovviamente uno opposto all’altra, rappresentano i nostri due poli, come un femminile e un maschile, il tao delle cose, la Vita

La danza si celebra al centro, lì si incontrano e se la musica è armoniosa sussiste un equilibrio tra il “piacere” ed il “dovere” ma se stona e fa fatica ad essere vivace allora è molto probabile che il “dovere” abbia assunto la posizione di potere nella vita e il suo spazio sia appesantito anche da un senso di colpa che aggredisce alla porta appena il “piacere” con voce flebile rivendica la propria parte

Arodomis Shanga

 

 

 

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